Eppure il piano era ben congegnato, pensato e ripensato. Erigere un cavallo grande grande, bello come non se vedono da secoli, anzi, da millenni.
E dentro la sorpresa! I nostri uomini migliori, al seguito del valoroso ed indomabile Varoufakis; tutti pronti ad agire, quando ormai l’inganno sarà consumato. E lo dipingeremo di rosa questo cavallo, perché sia ancora più apprezzato; un grande confetto col crine di “sinistra”; dolce al tocco ed amaro dentro, amaro quanto una mandorla che attende da troppo tempo, e letale come l’arsenico.
E sì, gli daremo un nome a questo cavallo: Syriza. Un nome oscuro al nemico, ma che al solo sospirarlo, accende la fiamma degli arditi!
Syriza! Syriza! Syriza!
E vi apporremo un cartello. Che si veda da miglia di distanza questo cartello: “Ci vuole più Europa, insieme, nell’Europa”.
E condurremo Syriza alle porte di Troika, ornati di corone di fiori; al nostro fianco vestali danzanti sulle note dell’ “Inno alla Gioia”.
Lasceremo la nostra meraviglia alle porte, e ce ne andremo, perché l’ineluttabile destino si compia. Attenderemo la notte, entreremo, e conquisteremo Troika.
Ma nulla di tutto ciò accadde.
Vegliammo la notte. Al mattino un mesto ed acre odore pervase la valle. Il fumo si erse impietoso. Syriza in fiamme. I nostri valorosi vinti ed arsi, martiri di un nemico senza pietà, senza onore.
Morimmo dentro.
Brano tratto da “Euriade: sogni arditi e risvegli amari“, di Tsipras de la Mancha.