Oggi pomeriggio ho avuto l’occasione di ascoltare pochi secondi di una trasmissione pomeridiana (una delle tante) della RAI (non saprei dire quale degli inutili canali generalisti) incentrata sul teatrino del dolore. Secondi persi.

Ormai un format, basato sulla coppia conduttrice uomo – donna, la donna tipicamente arrampicata su tacchi 12, l’uomo nella posizione preferita, in ginocchio.

Il target è noto; pensionato e casalinga frustrata. Io non appartengo a nessuna delle due categorie per il momento, ed il congedo è stato rapido.

Non tanto rapido da non udire l’hobbit (ossia il mezzuomo, per i non avvezzi alle mie allegorie) lanciare la pubblicità al grido di Viva le Donne!

E non è l’8 Marzo, mi pare.

W-la-foca-locandina-Italia

Mi pongo, e vi pongo, a questo punto, una domanda ingenua, ingenuissima.

Perché mai la conduttrice non ha pareggiato il conto con un sentitissimo “Viva gli uomini?

Misteri.

Misteri di genere.