… o anche Eugenetica al quadrato.
La filosofia Malthusiana, anche detta Malthusianesimo, si deve ai principi economici del pastore anglicano ed economista Thomas Robert Malthus (inizio XIX secolo).
Il termine “malthusiano” è stato reso popolare da Aldous Huxley nella sua opera più famosa “Il Mondo Nuovo“, 1932. In effetti la società distopica de “Il Mondo Nuovo” è completamente imperniata su tale “logica”. Aldous conosceva bene tale tale materia, essendo fratello di Julian Huxley e nipote di Thomas Henry Huxley, entrambi convinti eugenisti.
Julian Huxley fu addirittura presidente della Società Britannica di Eugenetica (dal 1959 al 1962), per poi finire a presiedere l’UNESCO dei Rockefeller con chiari intenti:
Al momento è probabile che l’effetto indiretto della civilizzazione sia disgenetico piuttosto che eugenetico, ed in ogni caso sembra probabile che il peso morto della stupidità genetica, debolezza fisica, instabilità mentale e propensione ad ammalarsi, che già esistono nella specie umana, si dimostreranno un peso troppo gravoso perché il vero progresso possa essere conseguito.
Per questo, sebbene per molti anni sarà politicamente e psicologicamente impossibile qualsiasi politica eugenetica, sarà importante per l’UNESCO far si che la questione eugenetica sia affrontata con la massima cura, affinché l’opinione pubblica si renda conto del problema, al punto tale che quello che oggi è impensabile possa almeno divenire pensabile.
Julian Huxley
Julian Huxley, porterà poi tali sani principi in altre appendici dell’ONU, l’IUCN e il WWF.
Ed in effetti il Malthusianesimo è pura teoria eugenetica, ma in forma ancora più cinica. Se la teoria l’eugenetica cercava di coprirsi di abiti “morali”, cercando di convincere le masse che sterilizzazione e l’eutanasia fossero forme per evitare che la sofferenza di propagasse generazionalmente, il Malthusianesimo quegli abiti non li ha mai indossati.
Malthus, da buon economista, sosteneva che la crescita degli standard nutrizionali, sebbene accrescesse il benessere della popolazione, determinava un beneficio effimero perché induceva la crescita della popolazione, fattore che a sua volta riportava ai livelli di produttività iniziali.
Tipico ragionamento elitario. Ma d’altronde tutta la teoria eugenetica deriva dal pensiero di persone di buona famiglia, quando non aristocratiche.
Ed Adlous Huxley, 90 anni fa, aveva intuito che proprio questa forma di eugenetica sarebbe stata quella prevalente, in un Mondo Nuovo in cui le persone non nascevano ma venivano fabbricate e programmate.
E così sarà. In fondo l’Agenda 21 e l’Agenda 2030, hanno proprio questo scopo; portare la totalità delle risorse della Terra nelle mani di un oligopolio tecnocratico, riducendo drasticamente gli standard di vita della popolazione, inclusi quelli nutrizionali, in puro spirito Malthusiano.
A tal proposito vale la pena di dare un’occhiata alle valutazioni della “Population Division” dell’ONU, diretta eredità del Population Council fondato dai John David Rockefeller III nel 1952, fondato con chiari intenti eugenetici e di cui nel 1957 divenne presidente Frederick Osborne, fondatore della Società Americana di Eugenetica:
Gli obiettivi dell’eugenetica, molto verosimilmente, saranno raggiunti sotto un nome diverso da quello dell’eugenetica.
Frederick Osborne
A tal proposito la Population Division presta un’attenzione Malthusiana ad alcuni indici demografici, quali la misura della sostenibilità della popolazione anziana (non lavorativa), attraverso un parametro definito “Potential Support Ratio”, che significa quante persone in età lavorativa (25-64 anni) ci sono per ogni ultra 65enne. Sotto sono rappresentate graficamente (per l’intero Mondo) tali valutazioni per il 1990, il 2020, il 2030 e il 2050.




Ad esempio per l’Italia tale parametro è passato da circa 3,5 (1990) al circa 2 attuale (2020) ed è previsto scendere a 1,5 (2030) e vicino ad 1 nel 2050.
Prendendo a riferimento (e non a caso) il 2030, nell’Africa delle cavie dei laboratori biologici e sociali dell’ONU, tale rapporto si mantiene tra il 5 e il 20, cioè tra 5 e 20 persone in età lavorativa per ogni persona non “produttiva”. E questo conta molto nella contabilità dei Padroni del Mondo.
Questo in un contesto di crescita della popolazione in cui buona parte del mondo “civilizzato” stagna mentre l’Africa cresce:

Questo grazie all’indice di fertilità che segue:

In altri termini, sempre prendendo a riferimento il 2030, quando in Italia ci saranno a malapena 1,5 macchine produttive per ogni macchina a riposo con una stagnazione/decrescita della popolazione, in Africa ci saranno tra le 5 e le 20 macchine produttive per ogni macchina a riposo con una popolazione in significativa crescita.
In logica Malthusiana ciò rappresenta una ragionevole opportunità di “travaso” di popolazione. Al contempo, sempre nella stessa logica, il tasso di fertilità africano potrebbe rappresentare un problema sul lungo termine.
Al contempo la logica Malthusiana deve prendere in considerazione la crescita dell’aspettativa di vita;

In Italia ad esempio, nel 2030 si assume un’aspettativa di vita per i nuovi nati oltre gli 85 anni.
E’ evidente che il travaso di popolazione non basta. In logica Malthusiana bisogna far qualcosa per il problema “aspettativa di vita” dei Paesi sviluppati e qualcosa per il problema “fertilità” Africano.
Forse questi sono i problemi su cui è all’opera l’OMS di Bill Gates. Forse a questo si riferisce Klaus Schwab quando parla di un futuro “più giovane“.
Un caro saluto.