Non ci sono più le mezze stagioni. Forse non ci sono mai state.
Se c’è una cosa che non mi ha mai convinto riguardo al tema del clima, è la quantità di retorica e di fanatismo che la circonda, e soprattutto la banalizzazione del linguaggio che sostiene gli adepti delle fazioni pro e contro “l’agenda climatica”.
Il clima sta cambiano. E’ vero, ed è ovvio, il clima per definizione è in costante mutamento. E la temperatura del nostro pianeta sta aumentando gradualmente. Vero. Ma in che misura la specie umana influenza questo cambiamento? E’ dato per scontato da molti che questo dipenda dai consumi e dalle relative emissioni energetiche, in particolare di CO2 e l’effetto serra conseguente. Sicuramente ciò gioca in un ruolo ma da qui a ritenere che questa sia la motivazione principale del cambiamento climatico, ce ne passa.
Non sono ovviamente un adepto della fazione che sostiene che la specie umana non abbia un ruolo. Tra l’altro sono stato impegnato personalmente (e professionalmente) in iniziative sulla sostenibilità energetica. Ma devo ammettere che non ho mai trovato un singolo studio che sia in grado di provare in termini scientifici e con nesso causale che il cambiamento climatico sia legato essenzialmente, o prevalentemente, alle attività umane.
Come pure non ho mai ben capito perché il cambiamento climatico dovrebbe rappresentare un rischio per l’umanità. Si sciolgono i Poli, e si allagano le nostre città a bassa quota? E se ciò danneggiasse una parte della nostra umanità ma ne favorisse un’altra parte? Quale parte dell’umanità effettivamente risentirebbe negativamente di tale scenario? Questo, ammesso che tale scenario sia verosimile, visto che le previsioni di innalzamento della temperatura terrestre, basate sui modelli che assumevano di dimostrare il nesso causale tra consumi energetici e cambiamento del clima, hanno finora fatto una pessima figura.
Lungi da me prendere una posizione sul tema. Semplicemente non comprendo ancora perché ci sia una convinzione così diffusa che dei fatti opinabili siano considerati un dato non opinabile e che qualche tipo di iniziativa non ben definita, ma su scala globale, vada intrapresa per contrastare degli effetti non ben delineati legati ad un cambiamento climatico le cui cause non sono ben chiare.
No, nessun negazionismo, solo sano scetticismo.
Pensaci un attimo; quante volte hai assistito ad un vero dibattito in cui le ragioni degli uni e degli altri trovano un vero confronto equilibrato? Io non ne ricordo e trovo sospetta la propaganda unilaterale. Per quale motivo gli evangelizzatori di tale campagna per “combattere il cambiamento climatico” sono proprio coloro che ne hanno le maggiori responsabilità, una volta che assumiamo che il consumismo, l’economia ipercapitalistica e iper energivora ne sono la causa principale?
Quale credibilità ha una campagna oggi capeggiata dall’amministrazione Obama, dall’unico Paese che non ha ancora ratificato la convenzione di Kyoto?
Per quale motivo le Nazioni Unite hanno designato Bloomberg, statunitense, uno degli uomini più ricchi della terra, un ipercapitalista che deve la sua fortuna alla finanza “derivata”, come Inviato Speciale per il Cambiamento Climatico?
Domande, solo domande.