Morirete tutti col COVID, non c’è speranza…a meno che non obbediate. E se non obbedite morirete in galera. Più o meno questo è il messaggio istituzionale, veicolato a “botte” di tamponi.
I titoli dei giornali di oggi, come quelli di ieri, fabbricano paura tramite “i positivi” ai tamponi. I più svegli, e chi legge questo blog è sicuramente tra di essi, saranno già consapevoli della natura folle della diagnosi tramite tamponi; sanno che i tamponi hanno un alto tasso di “falso positivo”, sanno che i tamponi non distinguono l’infetto dall’immune, tra COVID e altri virus. Insomma sanno che la politica dei tamponi è una fabbrica della paura a cui si sono asserviti gli “eroi giornalisti“, gli “eroi medici” e gli “eroi poliziotti“.
Quindi non mi dilungo su questi aspetti, ma invece vi prospetto una chiave di lettura differente della situazione con la matematica, materia che quest’anno ho deciso di non insegnare. Sì, senza stipendio, ma con tanto tempo libero e tanta dignità.
Eccomi quindi a voi. Vi presento alcuni grafici, perché spesso le immagini parlano più delle parole. Al mio solito, i dati sono “settimanali” e rappresentano il quadro dell’Italia e di due regioni campione, la Lombardia e il Lazio. Se le figure dovessero essere poco leggibili, zoomate sulla pagina.
Come molti hanno capito il numero dei positivi cresce ovviamente con il numero di tamponi. Qui sotto la figura che ne rappresenta l’evoluzione a partire da metà Maggio.

Come vedete da Maggio fino ad inizio Agosto si effettuavano in media tra i 300,000 e i 400,000 tamponi a settimana. Dalla metà di Agosto si è registrata un impennata che ha poi portato ai circa 750,000 tamponi settimanali di oggi (più di 100,000 tamponi al giorno); quasi il doppio di quanti se ne facevano due mesi fa.
Ora sebbene sia vero, come alcuni fanno notare, che la propaganda dei “positivi” sia condizionata dall’aumento dei test, è vero anche che il tasso di positività (sebbene molto basso) sia effettivamente in crescita, come da figura seguente.

Il tasso di positività al tampone è cresciuto dai minimi del periodo estivo (circal’1% a livello nazionale) all’attuale 4,2%, e ciò non dipende dal numero di tamponi. Ciò vuol dire che il COVID sia in rapida diffusione? No, significa che tutti i virus, in particolare la famiglia dei coronavirus (cioè i raffreddori e l’influenza), si stanno diffondendo, come è naturale che sia nel periodo umido e freddo. E proprio per questo motivo è verosimile prevedere un tasso di positività superiore al 20% durante l’inverno, bavaglio o non bavaglio; decine di migliaia di “nuovi contagi” giornalieri perfettamente sani.
Anche i morti CON COVID crescono (non mi dilungo sulla farsa della definizione di morte COVID), ma non nello stesso modo, e questo dovrebbe accendere qualche lampadina.

L’ultimo dato registra 167 morti settimanali (circa 24 al giorno). Se vi chiedete cos’è quello “scalino” nella terza settimana di Agosto, non è un errore; è uno “strano” fenomeno paranormale che le nostre istituzioni hanno costruito nella settimana del terrore ferragostano…,non so se vi ricordate.
In ogni caso, i più attenti osserveranno un paio di cose:
- in primis il valore registrato a ieri è simile a quello di fine Giugno, periodo in cui il tasso di positività era un quinto di quello registrato oggi. E questo non si spiega facilmente con la logica.
- l’andamento della curva dei morti (CON) COVID cresce molto più lentamente di quella dei positivi.
In effetti la curva di letalità (che nessun media vi fa vedere) parla chiaro.

Il tasso di letalità registrato negli ultimi due mesi è nell’intorno dello 0,02%; non lo 0,02 ma lo 0,02%, cioè muoiono 2 persone ogni 10,000 infetti. Più correttamente dovrei dire che muoiono 2 persone ogni 10,000 infetti di qualche coronavirus. Ovviamente questo dato è destinato a crescere e potrebbe attestarsi, nel periodo di picco, attorno allo 0,1%, come da stime anticipatevi 4 mesi fa in questo articolo; ciò è in linea con quanto affermato dalla stessa OMS pochi giorni fa, costretta a riconoscere che verosimilmente la letalità reale media si attesta attorno allo 0,14% (non il 9%, il 10%, il 14% che i media vi hanno propinato a Marzo-Aprile); in realtà il valore medio desunto dall’OMS deriva da una stima ancora molto per difetto del numero di contagiati, e quindi ancora sovrastima la letalità media; solo in Italia le persone venute a contatto con il virus ad Aprile non erano meno di 20 milioni.
In sostanza il quadro non cambia; il COVID non è la peste nera. Non ha però senso soffermarsi sulla retorica del “i positivi aumentano perché aumentano i tamponi“, perché oggettivamente il tasso di positività (a qualche coronavirus) è in crescita come è naturale (e tutto sommato giusto) che sia.
Un caro saluto.
Ottimo articolo, chiaro e lucido!
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