Dal lunedì al venerdì, la TV ci offre un pomeriggio tutto rosa il cui tema fondamentale è “perché gli uomini sono così brutti e cattivi in mondo abbellito dalle donne”?
In uno di questi pomeriggi, qualche settimana fa, sulla RAI (il cui canone, per comodità di tutti, da oggi verrà prelevato dalla bolletta elettrica) si celebrava una grande donna che dopo aver ucciso il marito e aver inscenato una falsa rapina, rivendicava il proprio ruolo di vittima. Il marito era troppo impegnato nella propria autopsia per dare la propria versione.
Pochi minuti fa una grande donna conduttrice del pomeriggio rosa di RAI 1 intervistava un’altra grande donna dello spettacolo, comodamente adagiata su un “sofà”. La grande donna conduttrice poneva la solita domanda di rito alla grande donna ospite:
è questo ancora un mondo ancora maschilista?
Si badi bene. Non al maschile, non a guida maschile, ma maschilista.
Ciò è, per la grande donna conduttrice, un fatto assodato.
Entrambe le grandi donne sono mie coetanee, quindi parlano del mondo che mi ha ospitato e che ho conosciuto.
Quello che mi ha consegnato mio padre dopo una vita lavorativa di fabbrica iniziata a 12 anni, per poter garantire a mia madre una vita dignitosa ed una adeguata reversibilità; quello di mio zio partito emigrante (con una scarpa ed una ciavatta) per l’Australia dopo la II guerra mondiale per garantire qualche soldo alla sua famiglia d’origine.
Ed in piccolo quello mio, di un privilegiato moderno, che deve assistere allo scempio femminista dell’etica giornalistica, della storia, e per che no? … anche della TV.