Per motivi che tendo a comprendere sempre meno, continuo a sentire richiami alla Magistratura, invocandola come arbitro ultimo della giustizia, come ultimo strumento pacifico del Popolo contro le angherie dell’organizzazione criminale chiamata Stato.

La frase più ricorrente è “ma la Magistratura cosa fa?”, una frase interrogativa intrisa di ingenuità e disillusione. In tutta onestà c’è anche chi la recita in forma sarcastica, alludendo all’evidente codardia dei suoi rappresentanti.

In realtà la Magistratura fa esattamente quello per cui è stata inventata; servire il Sovrano, che ripeto, a costo di essere noioso, non è il Popolo ma lo Stato. Ed in effetti molti tra i magistrati, con orgoglio, rivendicheranno il loro ruolo non di Servi del Popolo, ma di Servi dello Stato. Servire è il loro mestiere e voi non siete i clienti, voi siete la portata.

Quello che voi chiamate Stato è quello che mio nonno chiamava Re, entrambi sovrani perché presumono che la vostra vita sia nella loro disponibilità. E la Magistratura serve il Sovrano, perché è ben consapevole del suo ruolo storico. Applicare la legge contro i sudditi e dispensarne dalla sua applicazione, ovviamente, il Sovrano.

Avete mai visto la Magistratura manifestare contro un disegno di legge? I soliti idioti obietteranno, come da programmazione, che la separazione dei poteri inibisce la Magistratura dal manifestare contro le iniziative di altre Istituzioni. Ma è vero esattamente il contrario.

Come gli operai, che non hanno voce in capitolo nel consiglio di amministrazione (o degli azionisti) dell’azienda in cui lavorano, hanno il diritto (e in alcuni casi il dovere) di opporsi alle iniziative aziendali, con gli strumenti a loro disposizione, alla stessa stregua la Magistratura ha il dovere, oltre al diritto, di opporsi a disegni di leggi che violino la missione giurisprudenziale, cioè di applicare la Legge secondo Giustizia. D’altronde è proprio il conflitto dialettico che porta all’equilibrio delle forze.

Ma la Magistratura è ben cosciente del suo ruolo di Servitù pregiata, ed ossequia qualsiasi iniziativa legislativa onde poi applicarne ciecamente i prescritti normativi, parandosi codardamente dietro la retorica frase “è la Legge“, e l’ipocrita dicitura “la Legge è uguale per tutti” che campeggia dietro il proprio scranno.

D’altronde la prima “virtù” del magistrato è l’ipocrisia e la seconda è ovviamente la codardia. Il magistrato deve essere capace di chiudere gli occhi di fronte allo scempio della Giustizia e del Principi Fondamentali del Diritto, in primis del Diritto Naturale, e di applicare i prescritti di legge sadicamente contro i deboli e ignorare il privilegio dei potenti. Un magistrato non ha nessun problema né di coscienza né di etica professionale nell’accettare che una persona possa essere estorta dallo Stato e quindi essere impedita ad accedere al tribunale per fare valere le proprie ragioni.

Ma è forse la terza “virtù” la più premiante; la superbia. Per il magistrato, lo status umano, in particolare quello di libertà e di autodeterminazione, non discende dalla Natura ma dalla Legge, dominio nel quale pretende di essere espressione della Verità. Ma non solo questo. Qualche tempo fa guardavo un video promosso da un disperato in ricerca del supporto “giuridico” contro le angherie dello Stato. In tale video un giudice condannava l’applicazione dell’obbligo (di fatto) del recente trattamento eugenetico (da alcuni chiamato vaccino) in virtù della sua natura sperimentale, ed allo stesso tempo celebrava l’obbligo del trattamento eugenetico di 60 anni fa contro la polio. Il giudice, invece di attenersi al terreno del diritto, e al principio di inviolabilità del corpo, presumeva di poter sconfinare nel terreno tecnico e quindi, su tale discrimine, di stabilire quando un essere umano può essere violato. Inebriato dall’aurea del potere derivata dalla facoltà concessagli dallo Stato di poter rovinare la vita di un uomo, presumeva di sapere qualcosa della polio e del relativo “vaccino”; un trattamento, non solo fallimentare allora ed oggi, ma anche responsabile dell’infezione di milioni di persone con il virus cancerogeno Simian40 (SV40). In sostanza il giudice rendeva chiara l’impostazione mentale del magistrato; adagiarsi su un piedistallo e pontificare, trattando i comuni mortali come merce alla propria mercé. D’altronde nel 1925, negli USA, la legge eugenetica per la sterilizzazione forzata degli “inferiori” fu avallata dalla Corte Suprema sulla base di un precedente, quello che stabiliva la possibilità di violare un corpo con il trattamento “vaccinale”. Ed in piena conformità, circa un secolo dopo, l’attuale Corte Costituzionale Italiana (notare la ricorrenza della parola “Corte”) avallerà gli attuali trattamenti eugenetici, proteggendo il proprio mandante, sulla base del supposto “supporto scientifico” e non sul piano del Diritto, in primis del Diritto Naturale.

Al solito, qualcuno sarà tentato di dire che non è il caso di generalizzare; a loro ho già risposto preventivamente in questo articolo. Altri, in particolare i magistrati che eccellono in codardia, saranno tentati di farsi scudo con le figure di alcuni magistrati uccisi dallo Stato perché troppo vicini alla verità; a loro ho risposto già con questo articolo.

Altri, i più ingenui, i più perdonabili, riterranno che le eccezioni alla regola che esistono nella Magistratura possono fare la differenza. A loro ribatto come segue.

Né in tempi remoti né in tempi recenti la Magistratura ha mai giocato un ruolo positivo a favore del Popolo. Non cercate cavalieri bianchi disposti a salvarvi. La prima regola di combattimento presuppone di saper riconoscere il proprio nemico. La Magistratura è l’arma più sibillina tra quelle che lo Stato usa contro di voi perché mimetizzata con gli abiti della neutralità.

Fino ad ora abbiamo resistito al piano criminale dello Stato non grazie alla Magistratura, ma nonostante essa. Le cose non cambieranno.

Un caro saluto.

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