Il delirio della mente che si sta manifestando in questi ultimi anni, è colto da sempre più persone. Eugenetica, transumanesimo, controllo mentale, ideologia gender, e ovviamente femminismo, come prima e più di prima, si intersecano e pervadono sempre più ogni angolo della società e della comunicazione. Il tutto condito da tanta voglia di tappare la bocca ai non allineati.

Ma anche tra le persone che colgono la lucida “follia” in corso, sono poche quelle che comprendono la natura e coerenza del progetto in corso, che ha radici lontane e profonde.

Dieci anni fa, abbandonavo la mia esperienza di vita in carriera, per avviare una fase nuova, fatta d’insegnamento e, almeno per qualche tempo, di attività da libero professionista consulente d’impresa. La nuova “vita” mi concedeva più libertà, non solo in termini di tempo libero, e decidevo di aprire un blog per tradurre in “scritti” i miei pensieri e il mio sapere. La voglia di scrivere nasceva dalla frustrazione di non riuscire a comunicare alcuni concetti che a me apparivano eclatanti, e quindi, sotto svariati pseudonimi, mi rivolgevo all’anglosfera, dove apparentemente certe riflessioni trovavano maggiore eco. Perfino tra i miei familiari ed amici intimi le mie posizioni sul femminismo apparivano fissazioni ed i miei presagi sull’avanzare dell’ideologia gender, pure paranoie. Oggi non più.

In dieci anni ho studiato ed imparato molto ed anche il mio pensiero è divenuto più coerente e il sapere più solido; guardando indietro al mio passato, alcune mie riflessioni mi appaiono ingenue ed incomplete. Alcune, invece, straordinariamente lucide e premonitrici.

Per questo motivo, vi ripropongo oggi una parte dì uno scritto di 10 anni fa. L’articolo originale (qui) era in inglese (allora scrivevo alcuni articoli in inglese anche per via della mia presenza social), ma quanto segue è la sua traduzione in italiano. Ripropongo un articolo, invece di scrivere ex-novo, per un semplice motivo; se io ho colto certi segnali allora è perché tali segnali era possibile coglierli.

Non vi ripropongo l’articolo nella sua interezza, e per questo è necessario fare una debita premessa. L’articolo originava da un episodio di cronaca il “GamerGate“, uno “scandalo” che palesava l’esistenza, nel mondo del videogioco, di una piattaforma di orientamento ideologico che aveva assoldato “giornalisti” (femministi e Social Justice Warriors = Guerrieri della Giustizia Sociale) allo scopo di promuovere tra i giovani l’dea del pericolo della Mascolinità Tossica (Toxic Masculinity).

Segue la traduzione letterale dell’estratto dall’articolo. Buona lettura.


Perché dovrebbe importarvi del GamerGate, anche se non siete interessati ai videogiochi? Anche se odiate i videogiochi? Anche se disprezzate solo l’idea di un ragazzo che perde il suo tempo con una console?

Sicuramente il tema della corruzione dei media è uno dei fattori, ma c’è dell’altro, molto più di questo. Il GamerGate è una questione seria perché ha aperto il Vaso di Pandora; e in questo vaso c’è molto di più di semplici videogiochi; c’è profilazione sociale, ingegneria sociale, megalomania e soprattutto misandria.

Il Femminismo Radicale ha preso il controllo degli “Studi Sociali” nell’Accademia, soprattutto negli Usa, divenendo un culto basato sull’odio dell’identità maschile. Con un nemico dichiarato, la mascolinità. La gran parte delle religioni sono basate su un Dio benevolo; questo culto, invece, è basato su uno malevolo, un demonio, che si materializza nella popolazione maschile nella forma della mascolinità egemone o mascolinità tossica.

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Ma non fatevi ingannare: la mascolinità tossica è solo un bersaglio mobile, per sviare gli ingenui dal vero nemico dichiarato; l’identità maschile.

Essere maschio è il “peccato originale” di questo culto. Non deve sorprendere, quindi, di udire gli adepti maschili di questo culto, scusarsi per il loro stato “privilegiato” di maschi eterosessuali, o anche peggio, di “maschi bianchi eterosessuali”. E’ semplicemente il rituale d’iniziazione degli adepti maschili recitato per essere accolti nella “sorellanza”. Un rito che deve essere periodicamente rinnovato per confermare l’appartenenza, per esorcizzare il demone al loro interno.

Gli adepti del Femminismo hanno operato senza opposizione per decenni, nell’Accademia, nei media e anche in molti organismi nazionali ed internazionali, quali l’ONU. All’accrescere dell’identità di gruppo del Femminismo, la mascolinità è divenuta un nemico che va ben oltre il campo di battaglia dei videogiochi. Il processo d’idealizzazione del demonio maschile è cresciuto in modo iperbolico. A tal proposito vale la pena di citare un’affermazione del 2004 da parte del centro di ricerca europeo sulle Scienze Sociali e Umanità (EU research on Social Science and Humanities), tratta da un lavoro realizzato per conto della Commissione Europea, chiamato “Il problema sociale degli uomini” (The Social Problem of Men“):

L’Unione Europea può essere concepita come un progetto indirizzato a ridurre la tendenza storica degli uomini a conflitti nazionalisti e alla guerra. C’è, infatti, un crescente riconoscimento del ruolo centrale giocato dagli uomini e dalla mascolinità nella violenza collettiva

The Social Problem of Men, EU research on Social Science and Humanities

La mascolinità non è un nemico. E’ il nemico definitivo.

La crociata ha ormai sconfinato nella follia. E’ pura megalomane spinta al pervasivo condizionamento sociale di uomini e ragazzi. Si tratta di manipolazione psicologica dei bambini attraverso l’introduzione dell’Ideologia Gender, nei primi anni dell’infanzia, attraverso i percorsi educativi. Si tratta di manipolare le menti e criminalizzare tendenze naturali, per sollecitare l’auto-inibizione. Lavare il cervello ai bambini fuori dal controllo della famiglia; una famiglia inquadrata come un’istituzione ostile che può reiterare i “ruoli di genere” e facilitare il contagio della mascolinità tossica.

Alla radice di questa forma malata di ingegneria sociale c’è la tendenza naturale delle persone in posizione di potere di proiettare la propria personalità; si tratta di egomania. Quando queste persone con alto potere decisionale (finanziario, accademico o politico) adottano una dottrina etica, ci sono buone possibilità che la loro egomania divenga megalomania.

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Il processo megalomane di ingegneria sociale segue quattro stadi; inizia con la profilazione degli adulti, per poi passare all’indottrinamento dei giovani, per poi passare al lavaggio del cervello dei bambini per poi passare all’ultimo stadio, quello che insiste sui non ancora nati, attraverso l’adozione di bio-genetica e riproduzione selettiva.

E’ un percorso che conduce all’Eugenetica.

La Storia si ripete, ciclicamente, in forme differenti eppure simili, semplicemente perché il motore che alimenta individui e gruppi sociali, sostanzialmente non cambia. L’Eugenetica era largamente adottata in Europa e USA un secolo fa (abolita in Svezia solo nel 1974). Era legale perché aveva supporto sia scientifico che etico. La strada dell’etica che idealizzava una società fatta di “persone migliori” si era incrociata con la strada della scienza occupata a definire relazioni tra “caratteristiche sociali indesiderate” e fattori biologici. L’incontro diede origine all’idea si “selezionare la specie”. Minoranze e persone affette da malattie ereditarie furono profilate e condizionate psicologicamente per portarle verso la strada della sterilizzazione spontanea, una via compassionevole per prevenire le sofferenze di nuovi nati non ben accetti dalla società. Non necessariamente con intenti malevoli; per gli eugenisti si trattava di risparmiare la sofferenza ad esseri inferiori, in una società disegnata per altri. Spesso si trattava di “sincera benevolenza” in menti malate.

Se non possiamo modificare la società, magari possiamo modificare la gente, perché no?

Citando ancora un passaggio della ricerca di cui sopra (“The Social Problem of Men“):

Cambiare e migliorare le relazioni di genere e ridurre le diseguaglianze implica cambiare gli uomini e cambiare la posizione delle donne

The Social Problem of Men
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Una frase emblematica, che mira a “cambiare la posizione delle donne” e al contempo contempla la possibilità di “cambiare gli uomini”, esseri ridotti a materia da essere ritagliata in modo da essere adatti ad una società costruita su un ordine ginocentrico.

L’Eugenetica è all’orizionte.

Molto probabilmente tu non vedi ancora l’incombere di questo “orizzonte”. Siamo tutti “brava gente” e noi non facciamo queste cose, se non fosse che noi le abbiamo fatte e le rifaremo, e sempre per ragioni apparentemente “nobili”, proprio perché pensiamo di essere “brava gente”.

Tornate indietro a venti anni fa (1994) ed immaginate una persona ipotetica che faccia la predizione che “tra venti anni insegneremo ai giovani maschi che non necessariamente sono ragazzi e alle giovani femmine che non necessariamente sono ragazze e i membri della famiglia che si opporranno a tali idee saranno minacciate con l’ipotesi di reato di parole d’odio“. Avreste mai puntato un Euro su tale predizione?

Adesso provate a proiettarvi avanti di un paio di decenni e immaginate che la scienza ci raccontasse di aver scoperto il “gene della violenza” ed avessimo sufficienti mezzi tecnologici per intervenire in tal senso. In quanti si opporrebbero a tale ipotesi?

Osservate l’orizzonte.

L’affare Gamergate trattava di eugenetica? Ovviamente no.

I Social Justice Warriors invocano l’eugenetica? Ovviamente no.

Le Femministe che credono che la mascolinità sia legata al Cambiamento Climatico, invocano l’eugenetica? Ovviamente no.

I docenti femministi che mirano a “cambiare” gli uomini invocano l’eugenetica? Ovviamente no.

Le femministe radicali che sognano la riduzione della popolazione maschile invocano l’eugenetica? Beh, forse loro sì.

Ma a parte gli psicopatici, la gran parte di loro sono solo “brava gente” che vuole fabbricare gente ancora migliore. Alcuni si limitano alla profilazione sociale, altri proseguono nel successivo stadio dell’ingegneria sociale, l’indottrinamento e il lavaggio del cervello. Ma tutti, in buona fede, non comprendono la misandria implicita nelle loro intenzioni. E ovviamente neanche la megalomania che trapela dai loro intenti.

In un certo modo tutti manifestano l’espressione radicale di una tendenza sociale più ampia; la nostra “illuminata” società occidentale sta gradualmente traslando verso una nuova idolatria, basata sull’idea di una specie umana dotata di valori etici “superiori”.

E’ il vecchio ma ricorrente sogno di una vita nell’Eden. Con la particolarità che l’onnipotente da riverire, per molti, ha le sembianza di una Dea.


Qui finisce l’estratto di questo articolo d’essai. Oggi, a valle di molte nuove nozioni acquisite negli ultimi 10 anni, potrei aggiungere altro e raffinarne il contenuto. Ciò nonostante mi sento di dire che il messaggio sia invecchiato bene.

Mi limito ad aggiungere, ex post, che la figura mitologia femminile deificata, oggi, ha anche un nome: Gaia.

Un caro saluto.