Quelle che vedete accanto sono le foto di Cheryl Cohen, prima del siero e dopo. Come riportato da The Defender (il sito di Robert Kennedy Junior) Cheryl, una 64-enne della Florida in ottime condizioni fisiche, ha deciso di farsi somministrare il siero genico della Pfizer, e tre mesi dopo è morta in modo orribile.

Nello specifico, Cheryl ha ricevuto la prima dose del siero il 5 Aprile 2021 e la seconda dose il 25 Aprile 2021; il 6 Maggio 2021 (11 giorni dopo la seconda dose) Cheryl ha iniziato ad accusare i primi sintomi di carattere neurologico (annebbiamento e perdita della memoria). E a beneficio dei medici Mengeliani che fanno passare anche i suicidi come COVID-19, preciso che no, non c’è stata nessuna perdita del gusto, nessuna polmonite interstiziale, nessuna mancanza respiratoria. Il 19 di Giugno le cose si sono aggravate ed è finita in emergenza; la risonanza magnetica ha evidenziato una malattia prionica.

Il quadro clinico, in continuo deterioramento, ha poi portato il 12 di Luglio alla diagnosi della Sindrome di Creutzfeldt-Jakob, cioè una forma di malattia comunemente nota come Sindrome della Mucca Pazza. Trattasi di sindrome degenerativa incurabile con decorso fatale.

Una settimana dopo la diagnosi, il 19 Luglio, tre mesi dopo la seconda dose del siero, è deceduta.

Le ultime parole sarcastiche proferite da Cheryl alla figlia, sono state “questo è dannatamente stupido” riferendosi al siero. La tragica ironia ha voluto che Cheryl, tradizionalmente ostile ai vaccini, pressata dai media, si sia lasciata convincere a fare da cavia umana.

Sin qui la cronaca.


Purtroppo i miei timori peggiori si stanno rivelando fondati. Timori non solo miei, ovviamente. Erano timori espressi da illustrissimi (ed onesti) scienziati come Luc Montagnier e il Dottor Flemming, un cardiologo molto qualificato, e sconosciuto ai più, ai cui studi farò riferimento tra poco.

Chi ha letto i miei precedenti articoli, sa che già da tempo faccio occasionale riferimento alla presenza di prioni all’interno della proteina SPIKE. Credo sia giunto il momento per fare il punto della situazione, non per fare terrorismo, ma per informare riguardo ad un rischio gravissimo, che non è più semplicemente potenziale.

Lo farò, aiutandomi con alcune delle slides dell’esaustiva presentazione del Dottor Flemming. Prima di ciò, credo sia necessaria una brevissima spiegazione su cosa sono i prioni, le proteine prioniche, e qual è la ragione del potenziale distruttivo dei prioni.

Alcuni organi del nostro corpo contengono proteine prioniche (di solito indicate come Pr[c]), particolarmente diffuse nei tessuti neurali ed in particolare nel cervello. La loro funzione è attualmente ancora sconosciuta alla scienza. I prioni (di solito indicati come Pr[sc]) sono proteine sostanzialmente identiche alle proteine prioniche (isomere) con una sola importante differenza; l’orientamento spaziale di alcune molecole e la conseguente differenza in termini di comportamento elettrico. Quando un prione è in prossimità di una proteina prionica quest’ultima modifica la propria struttura spaziale divenendo a sua volta un prione. Si genera così un processo a valanga che determina la trasformazione dei tessuti, che nel caso del cervello si manifesta come encefalopatia spongiforme. E’ un processo graduale, progressivo ed irreversibile. E letale.

Dominio Prionico nella proteina SPIKE

La figura sopra, tratta dalla presentazione del Dottor Flemming, evidenzia il dominio simil-prionico, determinato dalla sequenza proteica PRRA e HIV gp 120 all’interno della proteina SPIKE, e documenta come tale dominio nelle cavie abbia portato allo sviluppo di encefalopatia spongiforme, con esito ovviamente fatale. Ciò dimostra che il dominio simil-prionico può rilasciare prioni, con effetti devastanti.

Ogni proteina SPIKE rilascia prioni? No, è una questione di probabilità. Ma più proteine SPIKE avete in circolo e maggiore è questa probabilità. E più prioni avete in circolo, maggiore è la probabilità che vengano a contatto con i tessuti cerebrali.

Questo significa che maggiore è la carica virale, maggiore la probabilità di sviluppare prioni. E’ ipotizzabile che alcune delle persone che hanno avuto sintomi gravi da COVID-19, quindi con quantità elevata di proteine SPIKE in circolo, possano avere sviluppato prioni ed essere quindi esposte a malattie neuro-degenerative. In questo senso, l’idea di lasciare persone infette in vigile attesa, appare semplicemente criminale.

Analogo discorso vale per il siero genico che induce la produzione endogena della proteina SPIKE. Il siero, ad ogni somministrazione, induce la produzione di decine di miliardi di proteine SPIKE. Ed il rischio di indurre il rilascio di prioni, cresce linearmente al crescere del numero di dosi. Rischiamo nei prossimi mesi-anni (ignorando gli effetti collaterali immediati e di breve termine o quelli paventati di medio termine dovuti ad ADE o Pathogenic Priming) una strage a causa di malattie degenerative del sistema nervoso da siero.

Da dove esce fuori questo dominio simil-prionico? Colpa del pangolino?

Sequenza PRRA nei coronavirus

Come illustra la figura sopra (Flemming) la sequenza genomica PRRA non esiste in nessun altro coronavirus, con l’eccezione del SARS-COV-2. Se la sequenza PRRA c’è è perché qualcuno ce l’ha messa.

Brevetto su PRRA

E come si evince dalla figura sopra (sempre Flemming) il governo statunitense (in particolare l’NIH governato da Fauci) detiene il brevetto per l’impianto della sequenza PRRA, classificato come enzima Furin (notare che gli enzimi Furin sono generalmente riconosciuti come oncogenici e pro-metastatici, in quanto favoriscono la proliferazione cellulare).

Brevetto GoF

A chi dobbiamo tale maestria nell’innestare sequenze aliene (PRRA e sequenze HIV) nel coronavirus? Ce lo spiega (vedi figura sopra) Flemming documentando il brevetto accreditato nel 2014 a Ralph Barric (uno dei cavalieri dell’Apocalisse, insieme a Fauci, Daszak e Zhengli) per l’invenzione di metodi di realizzazione di chimere basate sulla proteina SPIKE. Trattasi di Gain of Function (pratica per potenziare l’infettività e patogenicità di un virus).

Che il rilascio prionico, e relative malattie neuro degenerative, sia voluto o no non lo sappiamo; ma sappiamo che esso è dovuto all’innesto nella proteina SPIKE di sequenze HIV e PRRA, una pratica il cui unico scopo plausibile è la realizzazione di un arma biologica.

A questo punto qualcuno potrebbe sollevare il dubbio che non necessariamente la proteina SPIKE dell’arma biologica SARS-COV-2 sia identica a quella generata via RNA. Domanda lecita a cui ha risposto lo stesso Flemming. In effetti le due proteine SPIKE non sono identiche, ma molto simili (altrimenti il siero come potrebbe “immunizzare”?) e il dominio simil-prionico (e quindi il potenziale in termini di malattie neuro degenerative) è quasi identico.

Vi lascio con una riflessione.

I sieri genici m-RNA stanno dando prova di avere bassa efficacia, efficacia nulla dopo 6 mesi, al punto da richiedere richiami semestrali. L’unica cosa in cui eccellono è nella selezione di varianti che prolungano l’epidemia. Ciò significa che chi decide di cedere al ricatto, ogni 6 mesi sarà soggetto alla “produzione” endogena di decine di miliardi di proteine SPIKE con le caratteristiche suddette. Per tali persone il rischio di acquisire malattie neuro degenerative (anche letali) diviene significativo. Potrebbe realizzarsi uno scenario apocalittico.

Un caro saluto.