Qualche ora fa il dottor Anthony Fauci è stato chiamato per la seconda volta a rispondere alla commissione del Senato. Ed ancora volta Rand Paul (dell’area libertaria del Partito Repubblicano) non si è smentito, facendo domande scomode e fornendo informazioni molto interessanti sulla probabile natura di questo “virus”.
Per chi volesse vedere ed ascoltare questo stralcio dell’audizione può trovare il video su Odyssee.
Questo, in breve, il succo della “interrogazione”, dando per buone le affermazioni di Paul e Fauci:
- gli USA hanno finanziato il laboratorio (Istituto di Virologia) di Wuhan ma non la pratica della Gain of Function
- gli USA hanno 11 laboratori, di cui uno in North Carolina, che praticano la Gain of Function
- gli USA da anni praticano la tecnica di “mutare” virus animali perché possano infettare gli esseri umani
- il professore di microbiologia e immunologia Ralph Baric, che casualmente lavora proprio in North Carolina e che da anni collabora con il laboratorio di Wuhan, ha affermato che si possono realizzare virus ingegnerizzati senza lasciare traccia (tecnica “seamless”)
- Ralph Baric assieme alla virologa cinese Shi Zhengli hanno lavorato assieme alla integrazione della proteina Spike sullo scheletro del virus SARS-COV-1, e quindi alla ingegnerizzazione che permettesse di infettare le vie respiratorie
- un gruppo di lavoro di 200 scienziati afferma che il SARS-COV-2 (COVID19) è il risultato della pratica di GoF ma Fauci afferma il contrario
- la pratica di GoF negli USA ha prodotto “supervirus” con una mortalità (credo che Rand Paul intendesse letalità) del 15%
Per chi non lo sapesse la Gain of Function (GoF), in Italiano “Guadagno Funzionale”, è l’eufemistico termine per designare la pratica di incrementare la contagiosità e patogenicità di un virus esistente a fini di studio farmacologico e militare (per questo motivo i laboratori di massima sicurezza che praticano GoF hanno sempre controllo e supervisione militare).
In sostanza non sappiamo, e credo che mai lo sapremo, se il virus del Grande Reset sia uscito, accidentalmente o no, dai laboratori di Wuhan. Oppure, come credo io, se sia uscito da altri laboratori per poi avviare il depistaggio tramite Wuhan.
Però sicuramente possiamo affermare che la pratica di ingegnerizzare virus pericolosi è viva e vegeta e che quasi certamente il COVID19 è frutto di tale procedura.
A questo punto è utile fare una ulteriore riflessione. Perché mai le varie testate Italiane giornalistiche, unitamente a vari “fact checkers”, hanno tentato immediatamente di smontare la teoria di un virus ingegnerizzato?
Una volta il giornalismo tendeva per le piste più “scandalistiche”, se non altro per motivi commerciali; ma in questo caso le “testate” hanno deciso acriticamente di escludere la possibilità di un virus ingegnerizzato e di supportare la “pista” meno appetitosa.
Perché mai? Ciò non è nella natura del mercato giornalistico.
Deve esserci stato un ordine superiore dalle nostre massime istituzioni, e su questo non ci possono essere dubbi.
Coprire ad ogni costo.
Qui prodest?
Un caro saluto.