L’inverno porterà a molti la consapevolezza della vera natura di questo “reset” mascherato da “emergenza sanitaria”, quantomeno sotto il profilo finanziario.

Un “reset” che non ha solo confini finanziari ma che probabilmente implica un ridisegno degli assetti geo politici, tramite operazioni belliche (come a valle dell’11 Settembre 2001), rivoluzioni colorate e una ridefinizione del rapporto tra cittadino e Stato tramite revisione al ribasso dei vostri diritti naturali.

Ma se gli intenti geo politici sono ancora nebbiosi, la natura finanziaria del “reset” è già più chiara e inizierà a manifestarsi precocemente e sarà particolarmente evidente nei Paesi a più elevato debito pubblico, in particolare in Europa, in particolare in Italia.

In autunno gli Italiani non cerebrolesi, scopriranno che in molti lavorano in aziende tecnicamente fallite. Lo Stato Italiano quindi, al fine di “salvare le aziende” e “preservare posti di lavoro” dal fallimento deliberatamente provocato, interverrà con prestiti sostenuti da fondi privilegiati in valuta estera (EURO). I cerebrolesi festeggeranno l’intervento salvifico del “magnifico” governo; e perfino alcuni tra quelli che pensano di essere vegli vedranno di buon grado la cosa reclamando perfino “ulteriori” nazionalizzazioni, semmai lamentando un intervento tardivo.

In realtà si tratterà di un vero e proprio ESPROPRIO programmato con cui lo Stato Italiano prenderà quote di aziende private con denaro a debito estero, di fatto trasformando le aziende stesse in garanzia del debito pubblico. Vi ricordate quando alcuni leaders politici (tra cui la Merkel) e draghi della finanza asserivano che l’Italia ha un debito pubblico eccessivo a fronte di una ricchezza privata elevata, suggerendo che la ricchezza privata poteva essere utilizzata per riportare in ordine il debito pubblico costruito su emissioni in valuta estera? Bene, problema risolto.

Lo Stato con il “salvataggio espropriante” trasformerà le quote delle aziende private (in particolare piccole e medie aziende, in particolare del nostro pregiatissimo settore turistico) in assets a garanzia del debito pubblico. In questo modo i detentori privilegiati del nostro debito pubblico materializzeranno il loro credito virtuale.

E verosimilmente, i “salvifici” prestiti prevederanno anche condizioni d’esercizio, quali l’obbligo di ammettere solo transazioni economiche digitali, e anche peggio…

Si fermeranno all’esproprio? Non credo. Ci saranno altre bocche da sfamare con i risparmi degli altri. La PATRIMONIALE con imposte sugli immobili (prima casa inclusa) e prelievo dai conti correnti è altamente plausibile.

Più avanti nel tempo, sarà il turno dei dipendenti pubblici e pensionati, preservati il più possibile dagli impatti della crisi unicamente per garantire al governo la necessaria base di consenso, che avranno modo di apprezzare nuove significative “spending reviews”.

Un caro saluto.