Lo spettacolo surreale di questa dittatura all’amatriciana continua. Sempre meno foche sui balconi ad applaudire la propria prigione, ma la scarsa consapevolezza dell’inganno e incompetenza che pervade le nostre istituzioni dipinge un quadro sociale ancora desolante.
L’INAIL, nel quadro della strategia di “rilancio” dell’Italia ha definito delle linee guida per il comportamento di bagnanti, esercenti e lavoratori balneari. Ciascuna di queste guida meriterebbe una trattazione in chiave Kafkiana. Spicca tra di esse la raccomandazione ai “bagnini” di:
valutare il respiro soltanto guardando il torace della vittima alla ricerca di attività respiratoria normale, ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima e di eseguire le sole compressioni (senza ventilazioni) con le modalità riportate nelle linee guida
Siamo ben oltre la follia. Il bagnino dovrebbe capire se la persona respira tenendosi a debita distanza e dovrebbe astenersi dall’effettuare la respirazione bocca a bocca.
Ma vi rendete conto?
Vi rendete conto non solo del ridicolo, ma soprattutto dell’incompetenza paranoica che sottace tale linea guida, evidentemente riferita alle raccomandazioni del Ministro della Sanità (presidiato da una persona laureata in Scienze Sociali)?
Un bagnino per non incorrere nella possibilità di contrarre/trasmettere un virus che nella peggiore delle ipotesi ha una mortalità dell’ordine del 2-3 per mille, dovrebbe esimersi dal prestare soccorso respiratorio ad una persona che è in imminente pericolo di vita.
Qui c’è ben altro che incompetenza. Qui c’è la perdita del concetto di umanità.
E il bagnino che osservasse un bagnante in pericolo di affogamento in acque a questo punto dovrebbe esimersi dal portarlo in salvo per evitare il contatto?
E cosa succede se il bagnino o un bagnante assistesse con respirazione bocca a bocca una persona in difficoltà trasmettesse l’infezione Covid? Sarebbe responsabile di attentato alla salute?
Siamo al delirio, siamo in un paradosso secondo cui una persona deve togliersi l’umanità che spinge alla naturale assistenza del prossimo, per mettersi gli abiti di una macchina che calcola il rapporto rischio-beneficio derivante dall’alternativa tra il prestare soccorso con rischio di essere sanzionato (penalmente?) per aver trasmesso un infezione oppure lasciare morire la persona in difficoltà e caricarsi la responsabilità di omesso soccorso.
Molti media stanno commentando con tono sarcastico la notizia, ma non colgono a parer mio la deriva disumanizzante dietro cui c’è evidentemente una programmazione di psicologia sociale che deve portare le persone a desiderare di sapere se il prossimo è infetto oppure no.
Ed in effetti se la persona in soccorso fosse consapevole dello stato di infetto proprio e della persona da soccorrere, potrebbe essere semplificata la propria valutazione se intervenire o no; se uno dei due è infetti si lascia morire per non infettare e ci si salvaguarda dall’omissione di soccorso col pretesto di aver non voluto contrarre o trasmettere l’infezione; viceversa si soccorre e nel caso di trasmissione dell’infezione si ha la garanzia legale di essere intervenuti secondo le informazioni sanitarie disponibili.
E’ la deriva della dittatura sanitaria, che non ha nulla di umano. E’ il contrario dell’umanità, è la disumanizzazione cui molti di noi hanno, consapevolmente o inconsapevolmente, già deciso di prendere parte.
Un caro saluto.