Quasi tre anni fa mi trovavo a spiegare ad alcuni familiari e amici di famiglia, l’obiettivo dell’inganno, in particolare il significato d’Identità Digitale e della Moneta Digitale (CBDC).

Come immaginabile, alcuni comprendevano rapidamente, alcuni finivano per guardami allibiti, non solo per incredulità, ma anche per la scarsa comprensione della natura del denaro. Questo non solo perché all’organizzazione criminale Stato fa comodo che i sudditi non capiscano, ma anche perché molti personaggi che hanno raccolto popolarità, in qualità di “professori” o di “economisti”, fanno di tutto per non far comprendere cose semplici, tirando su una cortina fumogena fatta di “tassi d’interesse”, “inflazione”, “spread”, “rating” eccetera eccetera. Geni dell’economia che però non sanno spiegare per quale motivo la BCE non sia in grado di estinguere i debiti stampando denaro a costo zero. Forse che la BCE non abbia interesse ad estinguere i debiti?

Un anno fa ripetevo l’esperimento in alcuni seminari “carbonari” in cui mi avvalevo anche di materiale didattico, ottenendo risultati migliori, pur conservando la sensazione che molte persone non hanno compreso cosa sia veramente il denaro e come possa trasformarsi in un’arma per il controllo totalitario.

Quanto sto per dirvi, potrebbe non risultare nuovo a voi, almeno non in toto, ma sicuramente potrebbe essere opportuno divulgare ai vostri conoscenti alcuni dei concetti che tratterò di seguito.

Molte persone ritengono che il denaro sia misura della ricchezza. L’idea che un conto corrente da 100,000 € sia indice di minore ricchezza rispetto a quello derivante da un conto corrente da 1 milione di € è dato per scontato. Il fatto che, ad oggi, un euro vale l’altro, e che la condizione di legal tender (cioè di valuta legale) garantita dallo Stato lo renda accettabile da chiunque per qualsiasi transazione, fa sì che chi ha un conto corrente con più cifre ritenga di avere una capacità di spesa maggiore di chi ha un conto corrente più esiguo. Questa suggestione è alimentata dal fatto che noi chiamiamo “moneta” l’Euro sebbene esso non abbia nulla a che vedere con il concetto originario di moneta, tipicamente composta di metalli pregiati, con un valore nominale pari a quello reale.

Poco più di 100 anni fa le monete “sovrane” si sono sganciate dalla parità aurea; fino ad allora le banche emettevano “moneta” in forma di titoli (banconote) supportate da riserve in regime di parità, cioè se un un grammo d’oro era scambiabile con 10 dollari, allora per stampare 1000 dollari dovevo reperire un etto d’oro. Negli anni ’20 negli USA lo stipendio medio di un lavoratore della classe media era di 250$ al mese, dollari pesanti perché equivalenti a ricchezza reale.

Una volta abbandonata la parità aurea (negli USA dopo la Grande Depressione con Franklin Delano Roosevelt) si è entrati in regime di riserva aurea in cui i lingotti nei forzieri servivano solo da supporto al cambio valuta. Il circolante ha rapidamente perso in termini di potere di acquisto, ma la maggiore disponibilità di denaro per beni effimeri ha nascosto la perdita negoziale del circolante nei confronti dei beni primari, in particolare degli immobili.

Il passo successivo avvenne nel 1973, con l’abbandono della riserva aurea. Da allora i lingotti d’oro, hanno perso la propria funzione di riserva ed assunto quello di “pegno” in caso di insolvibilità del debito sovrano. Da allora, quello che chiamiamo denaro non ha alcun valore reale. Da allora quello che chiamiamo valore è solo cambio valuta, cioè convertibilità di una moneta in un’altra.

Ciò non è noto a tutti, ma anche molti tra coloro che ne sono a conoscenza non ne hanno compreso l’implicazione. Da allora, il denaro ha smesso di essere misura di ricchezza ed assunto l’esclusivo ruolo di regolatore dell’economia, in un regime in cui ogni Nazione poteva emettere qualsiasi quantità di denaro a seconda della propria politica economica; ad esempio aumentare la disponibilità di denaro (politica salariale) inducendo un processo svalutativo per facilitare le esportazioni.

Tutto ovviamente con un vincolo; mantenere scorte della valuta riserva, il dollaro, a sua volta supportato dal collaterale petrolifero. Prendendo ad esempio l’Italia, non vi erano problemi a “stampare” 10 miliardi di Lire, svalutando le merci e favorendone l’esportazione, sempre che si facessero bene i conti visto che il petrolio lo si acquistava in dollari. Ad esempio quando l’Italia avesse deciso di aumentare le esportazioni industriali svalutando la Lira, poi avrebbe dovuto ricordarsi di comprare il petrolio necessario all’industria in dollari USA. Gli USA (e relativa Cabala) andavano così in avanzo commerciale (maggiori esportazioni) con il dollaro debole, e rafforzavano il potere d’acquisto del dollaro quando gli altri Paesi spingevano sull’acceleratore industriale comprando energia in dollari.

In sostanza, dal 1973 il “denaro” è un puro regolatore economico, regolato dall’esterno, dalla convertibilità in petrol-dollaro. Almeno fino ad oggi. Ma è anche un regolatore dell’economia interna, con cui uno Stato può comprimere lo stile di vita interno, per ridurre i consumi ma anche la demografia.

L’altra implicazione, altrettanto ovvia, è che il debito pubblico non esiste. Come può un debito “sovrano” di 1 Triliardo di Lire essere maggiore di 1 Miliardo di Lire quando il valore di una Lira è zero? E questo vale per tutte le valute. Aggiungiamoci poi che uno Stato, se sovrano, può dichiarare la propria insolvibilità, essendo sovrano. Non senza conseguenze sul piano di relazioni internazionali, ovviamente, ma potrebbe farlo, se fosse sovrano.

Questa ovvietà troverà l’ostracismo dei “professoroni” di economia, ma la matematica non fa eccezioni; zero moltiplicato per qualsiasi cifra fa sempre zero.

Facciamo un esempio; mettiamo che nel 1970 l’Italia doveva agli USA un sandwich e che tale panino costasse un dollaro, equivalente a 1000 lire, che l’Italia non aveva. L’anno dopo l’Italia si presenta agli USA con 1000 lire e gli USA ribattono che 1 dollaro vale 1 milione di lire. Il successivo anno l’incontro si ripete e gli USA ribattono che 1 dollaro vale 1 miliardo di lire. Ed il processo si ripete di continuo in virtù del rapporto di forza USA/Italia che permette agli USA di stabilire il rapporto di cambio Dollaro/Lira; in fondo l’Italia doveva agli USA solo un sandwich ma gli USA volevano 1 dollaro. In ragione di ciò gli usurai internazionali, Rothschild in testa, si sono sempre nascosti dietro i muscoli prima dell’Impero Britannico e poi di quello Statunitense.

Paradossalmente però l’Italia avrebbe avuto, se sovrana, ancora un asso nella manica; presentarsi agli USA, dargli un assegno in bianco denominato in Lire e quindi stampare il “denaro” equivalente alla cifra arbitrariamente decisa dagli USA. E questo lo sanno bene gli usurai a capo delle Banche Centrali che opportunamente si sono serviti di traditori (basti ricordare in Italia, Ciampi, Prodi e Draghi, non a caso membri del Bilderberg) per espropriare la sovranità monetaria dei vari Paesi. Ciò, proprio per impedire agli Stati di uscire da questo circolo vizioso. Tanto vizioso che tutti gli Stati sono “indebitati” per triliardi di zeri (perfino gli USA devono oltre 18 triliardi di zeri ad imprecisati creditori) senza ricordarsi da chi hanno ricevuto in prestito i famosi “sandwich”.

E proprio perché il denaro vale zero, durante la “pandemia” la BCE non ha avuto problemi a “stampare” quasi un triliardo di Euro, visto che hanno costo ZERO e valore ZERO. Un triliardo di zeri. Purché essi alimentino gli utilizzi d’interesse per la Cabala celata dietro le Banche Centrali e alimentino lo spauracchio di un debito che annebbia le menti delle persone grazie alla mistificazione dei media di regime.

Gli usurai internazionali sanno come funziona il gioco visto che lo gestiscono da almeno due secoli. E si apprestano a riscuotere il debito attraverso il meccanismo degli ESG (obiettivi di sostenibilità) con cui espropriare imprese, immobili e beni demaniali, e ad introdurre la “moneta” digitale (CBDC, Central Bank Digital Currency), una valuta per modo di dire. Una moneta digitale che va in realtà considerata una sorta di “ticket restaurant”, in quanto ha scadenza e finalità d’utilizzo. In sostanza, con le CBDC le Banche Centrali direttamente decideranno se, come, quando e dove potrete spendere la “moneta” che voi penserete di possedere. Ma sulle CBDC magari ci spenderemo qualche parola in seguito.

Un caro saluto.

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