Chiariamo subito, a beneficio dei “fact checkers”, che “no, non ci sono pezzi di feto umano nelle bevande“, almeno per adesso. Ma non siamo così lontani dal raggiungere quel livello di abbiezione.

La società californiana Senomyx, fondata da un biochimico statunitense, ha inventato un sistema per realizzare additivi che esaltino alcune proprietà organolettiche dei cibi, utilizzando feti abortiti. In particolare si utilizza un campione di cellule immortalizzate (HEK293) dei reni di un feto per verificare se un certo ingrediente abbia le proprietà desiderate in termini di “gusto”.

Tale “tecnologia” aveva suscitato l’interesse della Pepsi che però ha poi deciso di non adottare commercialmente tale innovazione dopo i primi test. Sembra invece che tale metodo sia utilizzato nella produzione di cibi a base di soia.

Probabilmente molti penseranno che non sia una cosa grave, ma per me si pone un problema etico grosso come una casa sotto diversi profili. Sarà che sono rimasto ad un immaginario in cui un feto abortito meriterebbe almeno una dignitosa sepoltura.

Ma capisco che il mio sentire possa essere ritenuto sentimentalismo fuori dei tempi, e posso capire anche che ci si possa spingere ad utilizzare parti di feti per ricerca medica finalizzata alla cura.

Ma una linea del Piave bisogna pure tracciarla, o no? Una linea oltre quale non si passa a nessun costo; altrimenti la finestra di Overton può portare su lidi spiacevoli…

Viviamo tempi in cui i prepuzi delle vittime di circoncisione vengono utilizzati per fare creme cosmetiche. Le cellule di feti per la ricerca di additivi alimentari.

Dalla sacralità della vita umana siamo passati alla sua dissacrazione, anzi, mercificazione.

Un’ultima considerazione la faccio sul fondatore della società suddetta, un biochimico. E lo faccio perché la biochimica è di attualità, non solo sotto il profilo tecnico-scientifico, ma soprattutto su quello etico.

In una società in cui i medici sono disposti ad somministrare farmaci sperimentali a cavie umane sotto ricatto, in cambio di uno scudo penale, come potete pensare che i biochimici di cui sopra abbiano qualche scrupolo morale quando progettano tali farmaci?

Un caro saluto.