[Articolo scritto quando ancora credevo all’inganno COVID. Lo lascio per mia futura memoria di come si può essere ingannati, e a testimonianza del fatto che la consapevolezza attuale sulla natura del COVID (o Grande Reset) non deriva da un preconcetto “complottismo”.]

Restiamo a casa, facciamolo per noi stessi.

Sono stato in dubbio per giorni sul pubblicare o no queste mie valutazioni. Anche io nei primi giorni sono stato illuso, per la mancanza di dati oggettivi, sulla bassa pericolosità di questo virus. Ma con il crescere delle evidenze ho deciso di realizzare un modello matematico (ben inteso: insegno matematica e fisica, so qualcosina di epidemiologia ma non so nulla di virologia) per valutare i possibili approcci risolutivi ad una pandemia originata da un virus simile al COVID19. Ritengo che i risultati siano di generale utilità onde evitare di cadere nel panico insensato o viceversa nella superficialità dei comportamenti.

Nel 2014 mi impegnai nello smontare il panico ingiustificato da epidemia EBOLA; oggi mi trovo costretto, paradossalmente, ad andare in direzione contraria onde dare il mio contributo ad evitare che la superficialità dimostrata da alcuni individui poco informati possano portare ad un lassismo irresponsabile di porzioni della popolazione.

Ciò premesso nel seguito troverete alcune simulazioni di scenari epidemici di un ipotetico virus, atti a mostrare come il contenimento del contagio sia di gran lunga la soluzione al problema, rendendo l’efficienza/capacità del sistema sanitario un tema assolutamente secondario.

Quanto seguirà ha il solo scopo di dimostrare quanto sopra asserito in termini comparativi tra scenari. I numeri e grafici che vedrete hanno solo senso in termini comparativi.

Lo ripeto. Se volete proseguire nella lettura partite dal presupposto accademico di comparazione tra scenari ipotetici atti a valutare l’efficacia di azioni correttive.

Non è mia intenzione ipotizzare l’evoluzione della situazione corrente e tanto meno generare panico, semmai il contrario; desidero mostrare come con comportamenti razionali e responsabili si può uscire dal problema in termini rapidi e con danni limitati nonostante i problemi noti dell’attuale sistema sanitario. E’ per questo motivo che non pubblico il modello matematico che origina tali valutazioni, in quanto potrebbe essere utilizzato maldestramente o con finalità malevole.

Diffidate di chiunque spacci valutazioni sulla possibile evoluzione del virus COVID19. Vi rammento, inoltre, che le uniche parti preposte e titolate a dare informazioni oggettive e plausibili sull’epidemia attuale sono gli enti governativi.

Non prendete per NESSUN MOTIVO quanto segue come possibile evoluzione della situazione attuale.

Se non siete d’accordo o non avete compreso il proposito di questo articolo, chiudete questa pagina senza proseguire oltre nella lettura.

Intesi? Procediamo.


“VALUTAZIONE COMPARATIVA: CONTENIMENTO vs INTERVENTO SANITARIO”

IPOTESI DI BASE

Il virus ipotizzato (denominato “STELLA”) ha le seguenti caratteristiche:

  • tempo di incubazione medio di 2 settimane; durante tale periodo la persona contagiata può infettare ma è asintomatica (cioè apparentemente sana)
  • altamente infettivo con fattore 2; cioè in condizioni di comportamenti sociali normali (che dipendono anche dalla densità di popolazione) porta una persona infetta a contagiare 2 persone sane a settimana
  • sintomatologia pari al 50%; cioè il 50% dei contagiati non sviluppa sintomi
  • tasso di mortalità delle persone a rischio non curate del 90%; cioè la porzione di popolazione a rischio (anziani e debilitati) se non curata ha il rischio di decesso (in 1 settimana) pari al 90%
  • tasso di guarigione della popolazione non a rischio del 90%; cioè la porzione di popolazione non a rischio e non sottoposta a cura, guarisce spontaneamente nel 90% dei casi, nell’arco di 2 settimane dalla comparsa dei sintomi; coloro che non guariscono divengono persone a rischio
  • focolaio iniziale di 10,000 persone infette distribuite sul territorio; questa ipotesi è fortemente peggiorativa rispetto a casi reali (nella realtà i focolai sono concentrati); tale ipotesi è fatta per semplificare il modello matematico, visto che lo scopo di questa valutazione è solo quella di dimostrare l’efficacia degli interventi a parità di condizioni

La popolazione interessata dall’epidemia ha le seguenti caratteristiche:

  • popolazione totale 63 milioni
  • la popolazione iniziale (ad inizio pandemia) a rischio è pari al 10% del totale

Sistema di intervento sanitario:

  • 100,000 posti letto per ricovero ospedaliero
  • 10,000 unità di terapia intensiva per pazienti diagnosticati a rischio
  • efficienza della diagnosi del 99%; cioè il 99% dei sintomatici viene correttamente diagnosticato
  • il 70% dei diagnosticati viene ospedalizzato; le cure si protraggono per 3 settimane per i pazienti non a rischio e 4 settimane per quelli a rischio. Il restante 30% dei diagnosticati viene posto in in Isolamento Domiciliare per 2 settimane
  • i pazienti ospedalizzati non a rischio hanno il 100% di probabilità di sopravvivenza
  • i pazienti ospedalizzati in cura intensiva hanno l’80% di probabilità di sopravvivenza

Misure contenitive

  • misure di limitazione della mobilità e comportamenti sociali in grado di portare il coefficiente di infettività a 0,5; cioè una persona infetta (ma asintomatica) può infettare 1 persona sana ogni 2 settimane.
  • non ho ipotizzato misure aggiuntive quali l’isolamento domiciliare di persone sane ma in contiguità con persone diagnosticate; questa ipotesi è peggiorativa rispetto a casi reali

SCENARIO 1: Intervento sanitario senza potenziamento delle strutture, senza misure di contenimento del contagio

In questo scenario (apocalittico ed inverosimile) si procede solo ad interventi sanitari e d’isolamento domiciliare senza incrementare la capacità di cura e senza limitazione di mobilità/comportamenti alla popolazione asintomatica (“Quarantina Leggera”).

Diapositiva1

L’epidemia si concluderebbe dopo circa 14 settimane  con un computo di decessi immenso, ed un picco di contagi superiore al 60% della popolazione iniziale. Come detto è uno scenario inverosimile perché anche se un governo irresponsabilmente decidesse di non procedere preventivamente a misure di contenimento, sarebbe poi costretto a farlo pesantemente successivamente. Presento questo scenario solo per palesare con lo scenario successivo come un puro potenziamento sanitario per quanto enorme sarebbe assolutamente inefficace.

SCENARIO 2: Intervento sanitario con potenziamento significativo delle strutture, senza misure di contenimento del contagio

In questo scenario (inverosimile, e per quanto migliorativo del precedente, comunque apocalittico) si procede come nel caso precedente ma si raddoppiano posti letto e cure intensive.

Diapositiva2

L’epidemia si concluderebbe dopo circa 14 settimane (come prima) con la metà delle vittime (computo comunque immenso), ed un picco di contagi superiore al 60% della popolazione iniziale. Il motivo dell’inefficacia è semplice; nessun sistema sanitario da solo può competere con la velocità di propagazione di un virus contagioso.

Per fortuna questi due scenari sono solo esercizi di scuola e non dovete neanche per un secondo pensare che possano descrivere una situazione plausibile.

SCENARIO 3: Intervento sanitario senza potenziamento delle strutture, ma con misure di contenimento del contagio

In questo scenario (più plausibile) si procede come nel primo caso (senza potenziamento sanitario) ma si procede a misure di contenimento del contagio tramite la riduzione della mobilità e comportamenti sociali delle persone asintomatiche (Quarantina Leggera).

Diapositiva3

L’epidemia si concluderebbe dopo circa 14 settimane (come nel primo caso) ma con meno di un millesimo delle perdite (non la metà, non un decimo, meno di un millesimo), ed un picco di contagi intorno allo 0,5% della popolazione iniziale.

SCENARIO 4: Intervento sanitario con moderato potenziamento delle strutture e con misure di contenimento del contagio

Questo è lo scenario più credibile; come lo scenario 3 ma si procede ad un moderato incremento delle strutture mediche (+50% cure intensive e +25% posti letto).

Diapositiva4

Gli esiti sono simili al caso 3, con un’epidemia conclusa in circa 14 settimane e con numero di decessi solo leggermente minore del caso 3, circa il 7 per mille in meno. Dovrebbe essere chiaro quindi che il vero fattore di successo è la limitazione del contagio non la cura del sintomatico; il contagio riduce i decessi per un fattore di grandezza mille mentre il rafforzamento della struttura sanitaria migliora la situazione in modo assolutamente minoritario in termini comparativi. Se aveste ancora dei dubbi vi presento lo SCENARIO 5, puramente teorico, solo per provare il punto.

SCENARIO 5: Intervento sanitario prevede solo l’Isolamento Domiciliare senza prestare cure ma si attuano le misure di contenimento del contagio

Questo scenario è quello in cui il sistema sanitario non è in grado di prestare cure (ad esempio un male in cui nessun trattamento risulti efficace) e quindi procede soltanto a isolare presso il proprio domicilio i sintomatici e istituisce una Quarantina Leggera per tutta la popolazione asintomatica (come nei casi 3 e 4).

Diapositiva5

In questo caso (contengo ma non curo) l’epidemia di concluderebbe in circa 11 settimane con un computo di vittime 5 volte superiore a quello dei casi 3 e 4 (curo e contengo) ma 300 volte inferiore allo scenario 1 (curo ma non contengo) e 150 volte inferiore allo scenario 2 (curo, potenzio ma non contengo).

Se poi vi state chiedendo perché in questo caso l’epidemia si concluda più precocemente che nei casi precedenti, la risposta è contro-intuitiva ma semplice; non curando, il tasso di mortalità precoce fa si che diminuisca il numero di contagianti, con una curva di mortalità (linea rossa) che cresce più rapidamente ma si stabilizza più velocemente.


CONCLUSIONI

La pericolosità di un virus non è nella sua letalità ma nella sua contagiosità. L’EBOLA, ad esempio, è un virus che non può spaventare paesi con i costumi sociali quali il nostro; è sì altamente letale (e questo lo rende autolimitante) ma è molto sintomatico e poco contagioso.

In conclusione, spero di non avere spaventato nessuno; se vi siete spaventati significa che non avete letto le premesse dell’articolo. Spero invece, di avervi convinto sul fatto che l’uscita da questo tunnel è nelle mani dei comportamenti individuali e non nelle mani di in un sistema sanitario che può solo mettere una pezza alle nostre mancanze sociali. Se non ci comportiamo nel modo dovuto, le cose possono diventare molto serie.

Cerchiamo di essere quello che siamo, il più bel Paese del Mondo.

Un caro saluto.

2 risposte a "Restare a casa è l’unica soluzione al COVID19; spieghiamo il perché."

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